sabato 12 novembre 2016

Step 14: chimica

IL BLU ELETTRICO NELLA CHIMICA


Il blu elettrico è un pigmento che non esiste in natura. Esso deriva, come tutte le altre gradazioni di blu, dal blu egizio che è il pigmento blu più antico presente in natura.

Il blu elettrico può avvicinarsi al pigmento sintetico del blu oltremare che opportunamente miscelato può determinare la tonalità in questione.




Il blu egiziano è chimicamente conosciuto come silicato di calcio e rame (CaCuSi4O10 oppure CaO·CuO·4SiO2). E' un pigmento usato dagli egiziani da migliaia di anni, ed è considerato il primo pigmento di origine sintetica. Conosciuto dagli Egizi, dagli Etruschi, dai Greci e dai Romani fu impiegato anche nel medioevo e nel rinascimento. Si tratta di un doppio silicato di rame e calcio, ottenuto dal riscaldamento della silice, malachite, carbonato di calcio e carbonato di sodio. Può essere preparato mediante precipitazione di sabbia, rame e natron (carbonato idrato di sodio) riscaldando la miscela, in forma di piccole sfere, in una fornace. La calce era necessaria per una migliore produzione, ma probabilmente veniva già usata una sabbia ricca di calcio.





Il blu è un pigmento che non è presente in molti elementi naturali. Uno dei pigmenti più preziosi usati per creare il blu e le sue sfumature è l’oltremare ricavato dalle pietre di lapislazzuli. Questa pietra si trova in natura nella valle del Badakshan, nel nord-est dell’Afghanistan. Il processo necessario per ottenere il pigmento blu dalla pietra di lapislazzuli è un procedimento di vera e propria estrazione. Per estrarre il pigmento, la pietra veniva ricoperta di cera e resina che venivano strofinati sulla pietra. Il tutto veniva poi lavato con soda caustica per quindi ottenere grani di polvere contenenti la sola parte blu della pietra. Questo processo veniva ripetuto più volte sulla stessa pietra, ottenendo inizialmente pigmenti di blu più intenso ed in seguito pigmenti meno intensi di blu.


All’inizio del 19° secolo i chimici francesi Jean Baptiste Guimet e Christian Gmelin utilizzarono metodi di analisi chimica quantitativa per identificare i componenti del blu oltremare. Nel 1806 riuscirono infine ad identificarne la struttura: un composto di solfosilicato contenente sodio e alluminio. Vent’anni più tardi, nel 1826, riuscirono a sintetizzare un pigmento sintetico di oltremare, chiamato oltremare francese.
Il Lazurite, componente principale dei lapislazzuli, è il minerale dal quale si ricava il pigmento blu oltremare. Il pigmento si ottiene arroventando a 800°C 100 parti di caolino, 80 di silicato e solfato di sodio, 80 di zolfo, 10-15 di carbone di legna e carbonato. La sua composizione chimica presenta silicato di alluminio e solfuro di sodio mentre la sua formula chimica è infatti  2Na2Al2Si2O6 + NaS2.

E’ un pigmento che ha bisogno di una quantità media di diluente e si possono ottenere varie sfumature giocando appunto con la quantità del diluente ovvero l’olio.


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