Il blu elettrico è un pigmento che non esiste in natura.
Esso deriva, come tutte le altre gradazioni di blu, dal blu egizio che è il pigmento blu più antico presente in natura.
Il blu elettrico può avvicinarsi al pigmento sintetico
del blu oltremare che opportunamente miscelato può determinare la tonalità in questione.
Il blu
egiziano è chimicamente conosciuto come silicato di calcio e rame (CaCuSi4O10
oppure CaO·CuO·4SiO2). E' un pigmento usato dagli egiziani da migliaia di anni, ed è
considerato il primo pigmento di origine sintetica. Conosciuto dagli Egizi,
dagli Etruschi, dai Greci e dai Romani fu impiegato anche nel medioevo e nel
rinascimento. Si tratta di un doppio silicato di rame e calcio, ottenuto dal
riscaldamento della silice, malachite, carbonato di calcio e carbonato di
sodio. Può essere preparato mediante precipitazione di sabbia, rame e natron
(carbonato idrato di sodio) riscaldando la miscela, in forma di piccole sfere,
in una fornace. La calce era necessaria per una migliore produzione, ma
probabilmente veniva già usata una sabbia ricca di calcio.
Il blu è un pigmento che non è presente in molti elementi
naturali. Uno dei pigmenti più preziosi usati per creare il blu e le sue
sfumature è l’oltremare ricavato dalle pietre di lapislazzuli. Questa pietra
si trova in natura nella valle del Badakshan, nel nord-est dell’Afghanistan. Il
processo necessario per ottenere il pigmento blu dalla pietra di lapislazzuli è
un procedimento di vera e propria estrazione. Per estrarre il pigmento, la
pietra veniva ricoperta di cera e resina che venivano strofinati sulla pietra.
Il tutto veniva poi lavato con soda caustica per quindi ottenere grani di
polvere contenenti la sola parte blu della pietra. Questo processo veniva
ripetuto più volte sulla stessa pietra, ottenendo inizialmente pigmenti di blu
più intenso ed in seguito pigmenti meno intensi di blu.
All’inizio del 19° secolo i chimici francesi Jean Baptiste
Guimet e Christian Gmelin utilizzarono metodi di analisi chimica quantitativa
per identificare i componenti del blu oltremare. Nel 1806 riuscirono infine
ad identificarne la struttura: un composto di solfosilicato contenente sodio e
alluminio. Vent’anni più tardi, nel 1826, riuscirono a sintetizzare un pigmento
sintetico di oltremare, chiamato oltremare francese.
Il Lazurite,
componente principale dei lapislazzuli, è il minerale dal quale si ricava il
pigmento blu oltremare. Il pigmento si ottiene arroventando a 800°C 100 parti
di caolino, 80 di silicato e solfato di sodio, 80 di zolfo, 10-15 di carbone di
legna e carbonato. La sua composizione chimica presenta silicato di alluminio e
solfuro di sodio mentre la sua formula chimica è infatti 2Na2Al2Si2O6 + NaS2.
E’ un pigmento che ha bisogno di una quantità media di diluente e si possono ottenere varie sfumature giocando appunto con la quantità del diluente ovvero l’olio.
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